Quella dell’Accademia è una storia radicata nel tessuto artistico e culturale dei vari Regni d’Italia, di cui in qualche modo segue l’evoluzione.
Le Accademie di Belle Arti sono in gran parte sorte nel XVIII secolo, quando si affermò il principio educativo come aspetto cardine di evoluzione civile mentre si ebbe un ulteriore impulso alla loro diffusione negli anni Sessanta del Novecento, quando la consapevolezza di possedere un patrimonio culturale che andava difeso ma anche alimentato si manifestò sia nella fondazione del Ministero dei Beni culturali e l’ambiente, sia nella fondazione di nuove accademie, per lo più decentrate. Se la democratizzazione del sapere ampliava il bacino degli utenti, il recupero delle professionalità accademiche, dopo anni di svalutazione a favore di un furor creativo libero e sciolto, sanciva il possesso del “mestiere” quale premessa indispensabile all’elaborazione artistica e al migliore sviluppo delle potenzialità creative.
La fondazione dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, avvenuta nel 1973, di concerto con le politiche di tutela e valorizzazione dei musei e dei territori, si inserisce proprio in questo contesto di riflessione critica e attività politica che, tra gli altri obiettivi, si ponevano di creare una spinta propulsiva allo sviluppo del meridione e delle zone meno centrali.
Come gran parte delle istituzioni accademiche, anche a Frosinone l’Accademia insiste nel cuore storico della città, integrandosi perfettamente al tessuto urbano, dislocandosi su due sedi. La sede centrale, in cui sono allocati gli uffici amministrativi e una parte dei numerosi laboratori, è ospitata Palazzo del Laboratorio di Igiene e Profilassi di Frosinone. L’edificio, progettato agli inizi degli Anni ’30 del secolo scorso, è opera originale e di grande forza espressiva, realizzato dall’architetto Giovanni Iacobucci. La singolare soluzione d’angolo, che collega le due ali facendole convergere sul fronte di ingresso, utilizza con sapiente plasticità due grandi semicilindri, in cui si incassa il portale d’ingresso. La sede di Palazzo Pietro Tiravanti, la cui apertura data al gennaio del 2015, è uno degli edifici più rappresentativi del centro storico. È stato costruito, su progetto dell’ingegnere Edgardo Vivoli, tra il 1925 e il 1929 sul colle Belvedere, in posizione dominante e panoramica sulla pianura. Si tratta di uno dei primi edifici italiani con struttura portante interamente costruita in cemento armato antisismico, realizzato grazie ai finanziamenti concessi dal governo centrale dopo il sisma nel 1915 che aveva distrutto Avezzano e danneggiato gravemente alcune zone del frusinate. Destinato a edificio scolastico, prende il nome dal tenente del XXIV reggimento di fanteria, morto in Libia nel corso della Prima Guerra Mondiale. Il progetto, risalente alla fine dell’Ottocento, si caratterizza per una forma rettangolare, particolarmente allungata per un fronte di circa 90 metri e occupa una superficie coperta di circa 1700 metri quadrati e si sviluppa su quattro piani.
Nel 2015 è stato istituito il MACA - Museo di Arte Contemporanea dell’Accademia, collocato a Palazzo Tiravanti. Si compone di una raccolta di opere donate dagli artisti che hanno insegnato presso l’Istituzione o che con essa hanno avuto rapporti di collaborazione. La collezione permanente sviluppa un percorso articolato lungo gli spazi dei due piani sopraelevati, mentre il piano dell’ingresso è destinato alle mostre temporanee.