Scenotecnica 2

Chiunque lavori per il cinema, il teatro o la televisione sa che non si può mai dire:

"Non lo sapevo", "non puoi farlo", "ho dimenticato" o frasi del genere.

Non è ammissibile da nessun dipartimento, e meno che mai dal dipartimento di "scenografia".

L'elaborazione di un film o di uno spettacolo teatrale o di un programma televisivo è come un treno; dobbiamo fare in modo che tutto funzioni prima della partenza, perché una volta usciti non si può più fermarsi, non si tollerano arresti per cause impreviste. 

Questo non solo per ragioni economiche ma anche perché la lavorazione richiede la collaborazione di più dipartimenti ognuno dei quali, con i propri tempi e le proprie esigenze, riceverebbe grandi danni per qualsiasi interruzione improvvisa. 

Per quanto possano essere bravi i dipendenti, la soluzione ai problemi, dal più grande al più piccolo lo scenografo deve sempre essere l'unico responsabile di tutto ciò che si vedrà nella cornice e per questo deve curare e controllare il più possibile l'esecuzione di tutto.

L'esperienza porterà anche la capacità di dirigere il lavoro in modo non noioso e pedante, mettendo tutti i dipendenti in grado di lavorare con serenità e soddisfazione. 

Consiglio di usare sempre una grande gentilezza sul lavoro. E' un dovere, entrare la mattina in teatro, dare a tutti un cordiale "buongiorno".

Di solito lo scenografo è un professionista indipendente con contratti di lavoro a tempo determinato o contratti per la fornitura di servizi lirici, per commissioni a società di produzione cinematografica, compagnie teatrali, centri di produzione pubblicitaria o compagnie televisive, ma molti teatri a tempo indeterminato, teatri d'opera, produzioni televisive e cinematografiche hanno al loro interno personale a tempo indeterminato.

Gli argomenti

Il lavoro dello scenografo non può certo dirsi monotono e sedentario.

Forse il suo fascino sta nella grande varietà di argomenti da affrontare, in situazioni mai uguali e nella possibilità di operare nei luoghi più disparati con i movimenti più imprevedibili.

Un tempo l'attività era abbastanza circoscritta geograficamente, oggi non ci sono più problemi di confini. 

Progettare una scenografia a Roma o a Pechino o a New York, oggi, è molto normale e l'impegno, per lo scenografo, rimane lo stesso.

La varietà degli argomenti da affrontare, la necessità di soluzioni imprevedibili, la velocità dell'invenzione e del design, sono tutte cose che sottopongono lo scenografo ad una continua ginnastica intellettuale e talvolta anche fisica, e che aiutano a mantenerlo giovane in questa professione. 

La varietà degli argomenti sottolinea la differenza tra lo scenografo e l'architetto tradizionale. 

Vorrei aggiungere qui un elenco approssimativo dei casi più particolari che mi sono capitati nei vari anni della mia carriera e che possono capitare a qualsiasi scenografo. 

- Trasformazione di una nave passeggeri spagnola in una italiana, con

la conseguente modifica di tutti i segni distintivi, colori, ecc;

- una strada di Mosca del 1918, lunga 200 metri (fuori dal teatro);

- il palazzo di Cnosso;

- l'abitacolo di un DC9 e l'effetto dell'atterraggio sulla pista dell'aeroporto (nel teatro);

- un villaggio-fortezza russa della fine del XVIII secolo (nella steppa);

- l'interno di una chiesa greco-ortodossa (in Sicilia);

- un villaggio tunisino, interno ed esterno (in teatro);

- sezione di un vagone letto (in teatro);

- un grande carcere moderno (in teatro);

- una sala operatoria 1920 (in teatro);

- una casa cinese in un cespuglio (in teatro);

- il pecile di Villa Adriana (in teatro);

- un tratto dell'autostrada del sole (in teatro);

- la galleria e la piazza dell'aeroporto di Fiumicino (nel teatro);

- il Reichstag prima e dopo l'incendio (in teatro).

- un sottomarino (in teatro)

- un villaggio del 1800 utilizzando un antico villaggio in Italia

Naturalmente, questa nota non comprende tutti i disegni "normali" degli ambienti, di ogni stile e tempo, rientrando nella varietà di esperienze possibili e concrete. 

Una "curiosità" che sottolinea lo swing delle invenzioni a cui è sottoposta l'immaginazione dello scenografo. 

Dopotutto, questa è una nota che può essere scritta, in modo più o meno simile, da chiunque svolga questo lavoro con una certa continuità.

Per concludere, vorrei affermare con vigore che la professione di scenografo è affascinante, ma richiede grande pazienza, capacità di lavoro e forza spirituale. 

Non è certo paragonabile al lavoro di un " Impiegato di concetto" e fortunatamente non ha certamente le stesse prospettive di carriera, ma non ha nemmeno la monotonia e l'allucinante sensazione di inutilità. 

Tuttavia, è una professione suscettibile di alti e bassi. 

Da momenti di frenetica attività e grandi quantità di lavoro proficuo e gratificante, si può passare a momenti di stagnazione, anche prolungata, a seconda delle condizioni più o meno critiche delle produzioni.

Per questo motivo, il giovane scenografo non deve mai perdere d'animo; se la sua "passione" per questo mestiere è sincera e la sua valida preparazione, sarà sempre in grado di superare ogni difficoltà e portare il suo contributo alla storia di un'arte giovane e quindi ancora suscettibile di grandi sviluppi.



 

Programma

Si richiede approfondimento della storia dell’Edificio Teatrale, delle macchine Teatrali con riferimenti al teatro Rinascimentale, Barocco e del Teatro d’Opera. Lo studio dell'evoluzione dell'Edificio Teatrale con la conoscenza del teatro moderno e contemporaneo. 

Si richiede approfondimento della progettazione scenica dal Bozzetto alla Pianta e alle sezioni; progettazione delle varie modalità di costruzione scenica attraverso l’uso del disegno manuale e dei software. La progettazione di tutti gli elementi, sia decorativi sia costruttivi, in scala comprensivi degli apparati necessari al montaggio, alla movimentazione e all’accantonamento per i cambi di scena. 

Bibliografia

Storia della Scenografia di Perrella e Lo Spazio Scenico di Allardice Niccol; 

Si ritiene già in possesso Trattato di Scenotecnica di Bruno Mello e di eventuali altri manuali. 

Sono inoltre a disposizione dello studente schede, libri e documentazione all’interno delle cartelle di Teams fra questi “Pratica di Fabricar Scene” di Nicola Sabbatini.

Modalità didattica

Disegno di spaccati di Teatro, di parti del palcoscenico con inserimento del glossario teatrale per il Teatro Rinascimentale e Barocco e da “Pratica di Fabricar Scene” di Nicola Sabbatini.

 

- Disegni e analisi dei componenti della scenografia come la progettazione analitica di telai, quinte, praticabili, carri scenici, soffitti ecc.

 

- Progetto Scenico di “El Nost Milan “di Carlo Bertolazzi o di altri autori compreso Opera Lirica in cui lo sviluppo drammaturgico si consolidi con i moltepli cambi di scena. 

 


 

Modalità di verifica

• Restituzione Scenica dal bozzetto di Luciano Damiani de “El Nost Milan“di Bertolazzi all’interno del Teatro Argentina di Roma: Pianta e sezioni in scala 1:50; 

Progettazione esecutiva di ogni elemento scenico scala 1:20 compreso i dettagli scenotecnici e di costruzione, con Prospetto-pianta, sezione. 

Tutti gli elaborati dovranno essere impaginati con cartiglio ufficiale e divisi a tavole numerate con nota e legenda dei materiali. 

Capitolato in forma dattiloscritta con note di costruzione e dei materiali usati e cambio scena.

Modello di scena in cartoncino, poliplat o altro materiale idoneo.