I martedì critici. Massimo Orsi

martedì 29 ottobre 2024 ore 15:00

Accademia di Belle Arti di Frosinone - Palazzo Tiravanti

Martedì 29 ottobre 2024 si terrà presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone alle ore 15.00 l'ottavo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’«Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti al quattordicesimo anno di attività.

Ospite dell’ottavo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici» a cura di Alberto Dambruoso e Loredana Finicelli sarà Massimo Orsi.

Massimo Orsi (Alessandria, 1962) è un artista visuale che vive e lavora tra Alessandria e Roma. Da sempre attento al mondo che lo circonda la sua ricerca focalizza l’attenzione sui problemi della società contemporanea. Si muove con disinvoltura attraverso i vari media artistici, eleggendo però la pittura a mezzo di espressione per eccellenza. Il suo lavoro è sempre dettato da un’esigenza politica, dove fare arte significa prendere una netta posizione nella società in cui viviamo. La sua analisi del contemporaneo è attenta ai mezzi della comunicazione di massa ed estrapola, dal fiume di immagini quotidiane, il simbolo primo del consumismo: il logo. Il logo è derivato dalla composizione della sigla OK, simbolo espressivo della nostra società. La sigla OK ripetuta e ribaltata sui quattro lati di un quadrato diventa logo.

Il logo OK non cerca di vendere uno specifico prodotto merceologico, non diviene marchio, ma, come prodotto intellettuale, si interroga sulla veridicità intrinseca del messaggio.

Il logo OK diventa lo strumento privilegiato, ma non esclusivo, per l’indagine sul contemporaneo.

In occasione della sua prima mostra personale alla galleria Il Segno di Roma nel 1991 Massimo Orsi espone una serie di light box con cui lancia il suo primo messaggio all’interno del mondo dell’arte contemporanea. I grandi parallelepipedi retroilluminati ricoperti dai più svariati materiali che formano scritte di vario tipo, svelano già l’approccio intelligente e ironico, finanche sarcastico, di Orsi verso il mondo che lo circonda. Negli ultimi anni la presa di posizione di Orsi si fa ancora più forte, e l’idea e la parola prendono il sopravvento. Con i due cicli di dipinti Dico e A volte le parole non bastano, Orsi commenta, attraverso citazioni e manipolando immagini di cronaca, ciò che ci circonda. Martellato e circondato, come ognuno di noi, dall’informazione visiva, nel lavoro A volte le parole non bastano, Massimo Orsi raccoglie immagini significative di ciò che sta accadendo attorno a noi. Le svuota dei dettagli ma lascia che le sagome, a loro volta riempite di colore e spesso di sabbia per renderle ancora più materiche e concrete, parlino da sole. Dai soldati in guerra alle veline della televisione nazionale, l’artista ripercorre tutto l’immaginario collettivo che, spesso anche violentemente, viene costruito e propagandato nelle nostre menti. Ecco, quindi, la denuncia verso questa modalità di propaganda e diffusione delle informazioni, delle idee collettive, della simbologia comune. E tale denuncia si fa ancora più forte con i Dico, (“dico” proprio perché l’artista dice quello che pensa) in cui le frasi che l’artista sceglie, squarciano, seppure solo per un attimo, il velo di indifferenza che ci stanno tessendo attorno. Le parole dei Dico, realizzate con certosina precisione pittorica, spaziano da constatazioni sul nostro modo di vivere, al nostro senso di appartenenza e identità, fino all’analisi degli avvenimenti mondiali più attuali. Frasi caustiche da cui traspaiono, un’ironia corrosiva, una visione pungente e mordace della realtà.